Italia, 1988. Spilla di riconoscimento dell’ associazione italiana ottici per il raggiungimento dei 35 anni di attività. Al raggiungimento di questo obiettivo, l’ottico riceve il titolo di Maestro Ottico. Questa appartiene al Sig. Vascellari Urbano dal 1988.
Italia, 1920. Splendido bastone da passeggio con pomello a scatolina in argento e agata. Contiene un fassamano in argento punzonato ”800”. Proviene da Buenos Aires (Argentina) dove era presente un folta comunità di immigrati italiani. Probabilmente è stato costruito appositamente per contenere questo occhialino.
Venezia, seconda metà 1700. Cannocchiale in cartapesta rivestito di cartapecora e dipinto a motivi floreali con la tecnica della lacca veneziana. Composto da tre corpi.
Venezia, 1790. Cannocchiale firmato Angelo Deregni in cartoncino pressato e cartapecora con anelli fermatiranti in corno. E’ composto da quattro corpi.
Francia, fine 1700. Fantastico cannocchiale da teatro in ottone, avorio e smalti blu Limoges con decorazioni in oro. Astuccio in cartapesta e panno rosso, rivestito in marocchino rosso.
Francia, 1820. Ventaglio brisè in avorio con piccolo cannocchiale celato al centro. Le guardie sono arricchite con due putti.
Italia, Venezia 1750. L’alchimista, stampato da Il Chiozzotto per Nicolò Cavalli. Acquerellata a mano. Sul naso del chimico è posizionato un bel esemplare di occhiale in cuoio ad arco.
Ritaglio di stampa tratta dai ’Burloni Danzanti’ (1622-1627) de Jacques Callot (Nancy, 1592-1635). Il menestrello è raffigurato con un grosso paio di occhiali.
Siria, 2°-1° millennio prima di Cristo. Oggetto di culto preistorico proveniente da Tel Barak. L’idolo in questione è rappresentato con due grandi occhi a testimonianza dell’importanza attribuita a questo organo fin dalla preistoria.
Italia, 1840. Fassamano da collo in oro e pietre con perla barocca, appartenuto alla famiglia dei Conti Van Axel. Il manico ha una forma inusuale, da chiuso può sembrare un rasoio da barbiere. La disposizione delle pietre crea la bandiera italiana quando l’oggetto è indossato appeso alla catenella da collo e veniva usato a teatro per manifestare l\’appartenenza allo stato italiano durante l’occupazione austriaca.
Francia 1809/19. Raro occhiale a Forbice in tartaruga e argento con lenti di forma ovale. Il marchio è di C.J.Ducray in Paris.
Francia, 1803/1809. Occhiale a forbice in madreperla e argento dorato. Presenta due punzoni: una losanga con iniziali ed un fascio.
Germania 1920. Fassamano a spilla in argento con marcassiti e perla di corallo rosso. E’ detto anche occhiale da menu. Bella la composizione floreale.
Germania, 1930. Lanterna magica con corpo in alluminio verniciato di verde e zampe leonine. Contenuta nella propria scatola di cartone. Presente marca da bollo del periodo fascista.
Inghilterra, 1820. Piccolo set di lenti ad alto ingrandimento per osservare fiori e piccoli insetti. Questa tipologia di lenti è definita microscopio semplice. Contenuto nella propria scatolina ricoperta in pelle nera con impressi a caldo disegni tipo Cachemere e fodera in panno salmone.
Inghilterra 1820. Scatolina in legno di bosso con vetro. La scatolina serviva a contenere in vivo insetti da osservazione con microscopio.
Venezia, fine 1700. Monocolo da tasca in corno composto da lente negativa. La lente è custodita nel manico quando viene ripiegata e presenta numerose bolle d’aria imprigionate nella massa vetrosa.
Spagna? prima metà 1700. Occhiale ad arco in cuoio contenuto in astuccio di legno con cerniera in cuoio. La lente a dx, pur avendo lo stesso potere e spessore della sx, è fissata alla montatura con uno spessore a causa di una probabile perdita di elasticità del cuoio. Lo spessore è in realtà il cerchio di un occhiale in rame di Norimberga.
Occhiale da naso tipo Norimberga in rame, con filo di seta giallo avvolto nell’area nasale, per ridurre lo scivolamento. Lenti firmate London per garantire l’alta qualità del vetro. Contenuto in astuccio di legno di bosso trilobato e intagliato, proveniente dall’appennino settentrionale italiano, è composto da due lamine trattenute da chiodi in ferro e striscia di cuoio inferiore che funge da chiusura e bloccaggio dell’occhiale
Occhiale ad arco in cuoio e ponte di ferro. Area nord europea, Inghilterra inizio XVIII sec. Raro ed estremamente delicato occhiale da naso. Lo spessore della montatura sotto i due millimetri e il ponte in ferro flessibile fissato alle estremità con perni ribattuti, rendevano questa montatura estremamente leggera ed elastica ma al contempo poco resistente. Le lenti si presentano particolarmente ossidate. In trasparenza sono visibili numerose micro bolle d’aria imprigionate nella massa vetrosa, tipiche della produzione più antica. E’ contenuto in astuccio coevo prodotto in cuoio bollito ed abbellito con rombi puntinati e rigature parallele longitudinali ottenute per pressione a caldo.
Venezia, metà 1700. Occhiale ad arco in fanone di balena con lenti neutre solari. Contenuto in astuccio di cartoncino pressato e macchiato a china effetto tartaruga. L’occhiale presenta dei feltrini sul lato nasale per ridurre lo scivolamento dovuto al diametro delle lenti di circa 4cm.
Germania, metà settecento. Particolare distintivo di questi due occhiali in rame è la costruzione della lente chiamata ”Facetten glaser” a causa della lavorazione ottica presente solo nella zona centrale. L’occhiale con la seta gialla sul naso risulta rarissimo in quanto montato con lenti neutre. Le lenti sono lievemente più scure ma non tali da proteggere dal sole e per questo l’occhiale era definito ”conservativo”. Il suo uso era indicato per la lettura onde evitare l’affaticamento causato dalla pagina bianca. Contenuti nel loro astuccio doppio, in pelle di razza.
Occhiale proveniente da area centro mediterranea, Siria o Candia, XVIII sec. Occhiale ad arco pieghevole in argento. I bracci dell’occhiale sono composti dalle code di due pesci, delfini o tritoni. Il perno di giunzione all’anello reggilente crea l’occhio dei pesci. E’ contenuto nell’astuccio originale in ottone con fascetta in argento e forma a banjo, inciso con figure arabesche rappresentanti uccelli, serpi e pesci fantasiosi, tipici delle miniature post-bizantine nelle decorazioni greche. Sul coperchio è posta un’iscrizione molto probabilmente successiva alla produzione dell’ oggetto: X MAMA DAM ASKENOS, 1816 la cui traduzione risulta essere Hadji: nobile e ricco, Mama: nome maschile, Damaskenos: proveniente da Damasco, cognome. Quasi certamente il nome del suo utilizzatore o al quale l’oggetto era stato regalato.
Italia 1930. Occhiale munito di aste a riccio con lenti menisco, contenuto in astuccio di cartone firmato Spinelli-Venezia.
Stati Uniti 1870. Occhiale in argento con lenti bifocali. La montatura presenta una differente angolazione nella zona inferiore per agevolare la lettura. La registrazione del brevetto è del 1867 da parte di GEORGE D. EDMONDSON. Contenuto in astuccio di legno.
Austria, 1870. Occhiale in ottone dorato, dotato di asta allungabile a perno e ponte a X con separatore a botticella . E’ contenuto nell’astuccio di pelle rosso marocchino decorato a punto croce.
Cina, seconda metà 800. Occhiale in argento con terminali ad anello e lenti in quarzo marrone. Contenuto nel proprio astuccio in galuchat.
Giappone, prima metà ’900. Occhiale da sole privo di viti con grandi lenti rotonde. Produzione molto simile a quella degli occhiali prodotti dai carcerati in Europa.
Giappone, fine 1800. Occhiale in legno, probabilmente per lavori a distanza ravvicinata considerando il potere di +4,00 dt. che necessitavano di protezione anche laterale vista la particolare struttura. Dotato anche questo di appendice distanziatrice per evitare che le lenti si appoggiassero alle ciglia.
Olanda, fine 1600. Piastrella in ceramica di Delft. E’ rappresentata una nobile dama che regge nella mano un oggetto. Potrebbe essere una delle prime raffigurazioni del famoso occhialetto veneziano o francese sviluppatosi presso la nobiltà che in realtà era un monocolo.