La miopia, come sanno bene i soggetti coinvolti, è quel difetto visivo tale per cui la visione risulta sfocata da lontano e, invece, correttamente a fuoco per vicino. Infatti, nei paesi anglosassoni la miopia è spesso definita come short-sightedness, ovvero “vista corta”.
La corretta visione per vicino è tanto più limitata ai primi centimetri, quanto più forte è la miopia (tecnicamente, la distanza focale è l’inverso del potere della miopia, in diottrie). Ad esempio, un giovane miope di 2 diottrie ha una visione nitida dal suo naso sino a 50 cm, mentre un miope di 5 diottrie solo fino a 20 cm dagli occhi. Da un punto di vista anatomico, l’occhio miope è più lungo ed ovalizzato della norma e benchè si tratti di un difetto visivo e non di una patologia, risulta più delicato e soggetto a danni oculari.
Perciò la miopia non si può curare ma solamente correggere otticamente, sia che si utilizzino delle lenti sia che si intervenga con la chirurgia refrattiva.
Negli ultimi anni, è esplosa una vera e propria pandemia di miopia, in particolare nei paesi asiatici in cui la prevalenza della condizione coinvolge oltre il 90% della popolazione. Nei paesi europei raggiunge il 40%, ma con trend in continua crescita prevedendo che entro il 2050 la metà della popolazione mondiale sarà miope.
Quali sono le cause? È possibile prevenirla? Cerchiamo di analizzare insieme questi aspetti.
Quando si manifesta la miopia?
La miopia generalmente si manifestava intorno ai 14/16 anni ma negli ultimi anni si presenta sempre più spesso già tra gli 8/12 anni e continua ad aumentare progressivamente fino a quando il soggetto termina lo sviluppo. Più bassa è l’età in cui si manifesta, maggiore è la probabilità che il potere della correzione necessaria sia di tipo elevato.
Chi diventa miope in giovane età è spesso totalmente dipendente dagli occhiali per poter vedere bene anche una volta terminata la fase dello sviluppo e questo aumenta le sfide che i bambini dovranno affrontare nelle diverse situazioni della vita quotidiana considerando oltretutto un maggior rischio retinico.
C’è qualcosa che possiamo fare come genitori?
Regolari controlli visivi sono fondamentali per assicurarsi che il proprio bambino veda bene con entrambi gli occhi. E’ importante quindi confrontarsi con il proprio oculista per valutare la salute oculare e certificare i risultati ottenuti con le opzioni disponibili al rallentamento della progressione della miopia. Sì, perchè oggi abbiamo delle armi efficaci per ridurre la sua velocità di crescita ma dobbiamo prevenirla ed intervenire alla sua comparsa.
Quali sono queste armi?
Fin dai primi anni del 1900, si è cercato di ridurne la crescita con differenti metodi ottici quali sotto-correzioni, lenti bifocali, lenti progressive, lenti a contatto oppure ginnastica oculare (metodo Bates) e terapia farmacologica (Atropina) ma i risultati sono stati spesso poco apprezzabili fintanto che una nuova teoria ha aperto nuove prospettive.
Tutti questi metodi avevano lo scopo di ridurre l’affaticamento a distanza prossimale ma il bulbo continuava ad allungarsi (ogni mm. la miopia cresce di 3 diottrie), probabilmente perchè l’occhio era visto come una scatola fotografica. La sua forma può invece ricordare un uovo e quindi di forma elissoidale e con le correzioni ottiche si riportava il fuoco sulla retina centrale ma alla periferia l’immagine si formava oltre la retina creando un “defocus ipermetropico”. Si è quindi ipotizzato che riuscendo ad ottenere delle nuove curve sulle lenti si potesse ottenere un “defocus miopico” che avrebbe seguito maggiormente la forma del bulbo demotivando la crescita dell’occhio.
Dal 2010 un istituto australiano, il Brien Holden Vision Institute, raccoglie tutti i lavori scientifici ottenuti da alcuni brevetti e i risultati sono decisamente incoraggianti raggiungendo una riduzione dell’allungamento previsto di quasi il 70%.
Per i più piccoli sono state progettate delle lenti per occhiali tra cui ricordiamo, tra le più importanti, la tecnologia D.I.M.S (MiYoSmart di Hoya) che ha ottenuto riduzioni del 58% e la tecnologia H.A.L.T. (Stellest di Essilor) con il 67% di media.
Resta indubbio che risultati superiori alle medie dichiarate sono stati evidenziati in soggetti che portando queste correzioni per un minimo di 12 ore giornaliere, sono riusciti per ogni ora sfruttata per la visione prossimale a dedicare un’ora di attività all’aria aperta (dove l’intensità luminosa solare risulta fondamentale) e soprattutto riducendo al minimo le attività su piccoli schermi quali tablet e smartphone. L’igiene visiva (che non è il lavarsi gli occhi) è fondamentale perchè l’80% delle informazioni che arrivano al nostro cervello passa dagli occhi e il 40% delle attività cerebrali è dedicato proprio alla vista. Non rispettare i propri occhi con pause adeguate, leggere con poca luce o a distanza troppo ravvicinata comporta un peggioramento visivo compromettendo le capacità di apprendimento!