Itinerario CENTRO (rosso)
Un percorso utilizzato ogni giorno da migliaia di veneziani, poiché collega l’ingresso della città con il centro vitale di Venezia, Rialto.
Con le sue botteghe antiche e il mercato storico, è il centro dove fu probabilmente inventato l’oggetto dei nostri desideri: l’occhiale.
Lasciamo Piazzale Roma alle spalle, superiamo il ponte Papadopoli e i suoi storici giardini proseguendo in direzione San Rocco. In circa 5 minuti raggiungiamo l’omonimo campo, sede della chiesa (al suo interno riposano le sacre spoglie del Santo) e di una tra le “scuole” più antiche e importanti di Venezia, la Scuola Grande.
Considerata tra le più ricche di Venezia, la scuola conserva al suo interno un ciclo di tele dipinte da Jacopo Tintoretto, fra il 1564 e il 1588, oltre a presenze come Tiziano, Tiepolo e molti altri che la rendono paragonabile alla Cappella Sistina a Roma.
La scuola è aperta al pubblico tutti i giorni dell’anno tranne Capodanno, Pasqua e Natale dalle ore 9.00 alle 17.30
La meta del collezionista di occhiali si trova nella sala superiore. Il colpo d’occhio percepito dopo essere saliti lungo l’importante scalinata, è sublime. La sala superiore, con la volta ricoperta dagli splendidi quadri del Tintoretto, è stata arredata nella seconda metà del seicento, dall’artista Pianta il Giovane, con rivestimenti lignei. Fanno bella mostra di sé una decina di sculture e una splendida libreria scolpita nel legno.
I 64 volumi che la compongono, sono rappresentati tutti di dorso tranne uno alla sua base, che pare dimenticato dal suo lettore appoggiato sul piano. Sopra il libro sono adagiati degli splendidi occhiali con il loro astuccio.
Il dettaglio degli occhiali parrebbe ricordare gli occhiali ad arco inglesi prodotti nel secolo successivo, con il ponte in acciaio e gli anelli di cuoio o corno. L’astuccio ricorda invece le scatoline degli occhiali di Norimberga.
Continuando l’osservazione delle sculture lungo la parete, potremmo notare il busto che raffigura la Scienza.
Il busto è appoggiato a dei libri, e adagiato su uno di questi si nota la presenza di un altro occhiale che purtroppo essendo posto ad una altezza superiore alla linea di sguardo, è percepibile solo dalla fuoriuscita del profilo di una lente. Avuta per gentile concessione della confraternita, l’immagine di questo, l’occhiale risulta appoggiato ad un astuccio a busta con apertura superiore e il suo profilo ricorda un occhiale in cuoio. Purtroppo è completamente assente il ponte.
Per realismo e rarità, questi due esemplari valgono bene una visita a questo splendido sito.
Terminata la visita, a soli due passi da San Rocco, abbiamo l’opportunità di visitare la sontuosa chiesa dei Frari con i monumenti in marmo bianco dedicati a Tiziano e Canova ed un fantastico coro in legno scolpito che fa bella mostra di se al centro della basilica.
A lato della chiesa, inserita in un’antica dimora veneziana notiamo questo stemma nobiliare:
L’attenzione del collezionista è attratta immediatamente dal nastro che sorregge lo scudo. La memoria corre allo stemma nobiliare del XV sec. appartenuto a Annibale Occhiali, conservato presso il Museo di Sulmona (L’Aquila).
Scolpito su pietra calcarea delle montagne aquilane, è visibile un bel paio di occhiali a rivetto del ‘400. Si fantastica avessero un ponte a molla per aumentare la presa sul naso, ciò è dovuto alla raffigurazione dell’incrocio dei due bracci sul perno centrale. Nell’insegna che abbiamo visto poco sopra, il nastro nel punto del chiodo ha la medesima raffigurazione e non avrebbe nessun senso pensare che lo scudo sia appeso ad una molla e perciò credo si tratti esclusivamente di un modo di rappresentare l’incrocio dei due bracci da parte degli scultori.
Muro con muro alla chiesa dei Frari, si trova l’Archivio storico di Stato, dove sono conservati i “Capitolari dei Cristalleri” statuti di un’arte dedicata alla lavorazione del cristallo di rocca, nei quali si citano oltre alle lenti d’ingrandimento anche le lenti per occhiali. Sono i documenti più antichi al mondo, sinora ritrovati.
Continuando per altri 10 minuti in direzione Rialto potremmo osservare due delle tre calli presenti in Venezia con inserito nella toponomastica il mestiere dell’Ottico ed alcune raffigurazioni di occhiali antichi riprodotti negli ultimi trent’anni.
Giunti in Rughetta del Ravano, meglio conosciuta in città come Ruga Rialto, potrete visitare il nostro negozio nel cui pavimento è inserita una rappresentazione del Cardinale Ugo da Provenza. Sarete sempre i benvenuti, e potrete godere dell’esposizione a tema che ogni tre mesi aggiorniamo, presso il nostro studio Ocularium, della nostra collezione privata.
A soli circa 50 metri dal negozio, inserita nell’area dell’antico mercato di Rialto, sulla Sx sarà possibile fotografare la piccola stradina chiamata Ramo dell’Occhialer e posteriormente a questa, la Calle dell’Occhialer. La toponomastica veneziana risale alla fine del 1500, e come riportato dal Tassini nelle sue “Curiosità Veneziane”, nelle cronache del 12 Ottobre 1619 era presente in zona l’occhialer Zuane al quale morì in 10 giorni, a causa del vaiolo, il figliolo di nome Battista. Potrebbe trattarsi di una coincidenza, di un’omonimia, oppure dello stesso “Occhialaio” ma in altra cronaca del 1610 veniva citato il nome di Zuane Occhialer legato ad un altro episodio. Lasciamo in sospeso la curiosità del lettore e riprenderemo questo discorso nell’Itinerario Sud.
Qualche metro più avanti troviamo il sottoportico della Ruga dei Oresi che fu restaurato alcuni anni addietro e dalla pulitura riapparvero le volte affrescate. Purtroppo non sono molti gli affreschi recuperati ed una sezione del sottoportego era dedicata alle arti e mestieri di Venezia. Tra ciò che rimane però, non vi è traccia di occhiali.
Imboccando il sottoportico dell’antica Ruga dei Oresi, di cui oggi restano poche attività di prestigio, nell’angolo destro a circa 10 metri, è presente un’attività di gioielleria bijoux, Rialta, le cui pareti sono state affrescate 30 anni addietro.
Nell’ambientazione settecentesca, tra i personaggi raffigurati, si nota un violinista con un paio di occhiali a cavallo del naso.
A questo punto uscendo sulla sx del sottoportico ci troveremo in campo San Giacometto, dove è presente la più antica chiesetta di Venezia, sede dell’antica arte degli orefici.
Non ci resta che attraversare il monumentale ponte di Rialto e attraversare il Campo San Bartolomeo in direzione San Lio. Raggiunto l’omonimo campo troveremo la Farmacia Guerra ed una delle vetrine rivolte al campo rappresenta un’antica stampa di Johan Stradanus “L’alchimista” riprodotta su vetro. Molto ben raffigurato è l’occhiale indossato dall’alchimista.
Il nostro itinerario continua verso Campo Santa Marina, procedendo in direzione SS. Giovanni e Paolo dal secondo ponte che incontrate, è possibile fotografare sulla vostra sinistra il palazzo dei conti Van Axel (oggi asilo), dal quale proviene un pezzo della nostra collezione.
Fine.
San Rocco
Archivio storico di Venezia
Calle dell’occhialer Rialto
Rappresentazione affresco “Rialta”
Rappresentazione su Vetro “Farmacia Guerra” San Lio.