E’ il 4 Novembre 1966. La marea della sera prima non cala, o cala molto poco. Arriva una mareggiata spinta dai fortissimi venti di scirocco e tiene su l’acqua. La marea ricomincia a salire e alla fine raggiunge la quota record di 194 cm sul livello del mare. Venezia è in ginocchio. Saltano le linee elettriche, i telefoni non funzionano e la maggior parte della città è allagata. I Veneziani che hanno attività sono immersi nell’ acqua fino alla vita per tentare di salvare qualcosa, ma la maggior parte di loro ha perduto tutto in una giornata in cui la natura ha deciso di mostrare tutto il suo lato più crudele.

Venezia non sa opporsi, non ha le conoscenze, non ha la tecnica per opporsi e subisce. Ma si rialza, soffre, lavora, soffre e rinasce, più forte di prima.

Sono passati poco più di 53 anni da quel giorno, da quella notte e la storia si ripete.

E’ la sera del 13 Novembre 2019. Le sirene suonano per avvisare i Veneziani che la marea prevista sarà di 140 cm sul livello del mare. Il picco massimo dovrebbe essere intorno alle ore 23. Inaspettatamente alle 22 suonano ancora e per sicurezza accediamo al sito delle maree. Il fortissimo vento, questa volta di bora e la conseguente mareggiata spinge l’acqua con violenza verso Venezia e le isole. Suonano ancora alle 22.30 e poi alle 23.00 per avvisare di un peggioramento del livello di marea e drammaticamente la previsione sale di 10 cm alla volta sino a prevedere un picco di marea di 190 cm.

Molti dei Veneziani allertati in attesa di un picco massimo di 150 cm e con le paratie alzate per proteggere le attività sono andati a casa. L’acqua arriva, scavalca le paratie stagne dei negozi e dei laboratori e raggiunge alle 23.45 quota 187 cm. Chi non è presente o non ha spazio per alzare ulteriormente apparecchiature o merce ha danni ingentissimi. Venezia è nuovamente in ginocchio, come 53 anni prima.

La mattina dopo è una mattina triste. Chi fa la conta dei danni, chi vede cosa si è salvato, chi piange e si dispera perché di salvabile non è rimasto nulla. C’è anche chi scherza, perché il Veneziano è anche così, cerca di prenderla in questo modo, anche se ha perduto tutto. E’ uno scherzare amaro, perché questa volta qualcosa poteva davvero essere fatto per tenere al riparo questa città martoriata da acqua e turisti, entrambi a volte selvaggi.

Ma nuovamente Venezia si rialzerà, soffrirà, lavorerà, soffrirà e alla fine rinascerà un’altra volta, forse con la speranza che, dopo l’ennesima acqua alta, dopo promesse e falsi buoni propositi, finalmente qualcosa venga davvero fatto per questo leone ferito che però sa ruggire ancora come pochi.

Questa vetrina è dedicata a ricordare quel giorno di 53 anni fa e a non dimenticare il 13 Novembre 2019