Italia, 1920. Splendido bastone da passeggio con pomello a scatolina in argento e agata. Contiene un fassamano in argento punzonato ”800”. Proviene da Buenos Aires (Argentina) dove era presente un folta comunità di immigrati italiani. Probabilmente è stato costruito appositamente per contenere questo occhialino.
Italia, 1840. Fassamano da collo in oro e pietre con perla barocca, appartenuto alla famiglia dei Conti Van Axel. Il manico ha una forma inusuale, da chiuso può sembrare un rasoio da barbiere. La disposizione delle pietre crea la bandiera italiana quando l’oggetto è indossato appeso alla catenella da collo e veniva usato a teatro per manifestare l\’appartenenza allo stato italiano durante l’occupazione austriaca.
Spagna? prima metà 1700. Occhiale ad arco in cuoio contenuto in astuccio di legno con cerniera in cuoio. La lente a dx, pur avendo lo stesso potere e spessore della sx, è fissata alla montatura con uno spessore a causa di una probabile perdita di elasticità del cuoio. Lo spessore è in realtà il cerchio di un occhiale in rame di Norimberga.
Occhiale da naso tipo Norimberga in rame, con filo di seta giallo avvolto nell’area nasale, per ridurre lo scivolamento. Lenti firmate London per garantire l’alta qualità del vetro. Contenuto in astuccio di legno di bosso trilobato e intagliato, proveniente dall’appennino settentrionale italiano, è composto da due lamine trattenute da chiodi in ferro e striscia di cuoio inferiore che funge da chiusura e bloccaggio dell’occhiale
Occhiale ad arco in cuoio e ponte di ferro. Area nord europea, Inghilterra inizio XVIII sec. Raro ed estremamente delicato occhiale da naso. Lo spessore della montatura sotto i due millimetri e il ponte in ferro flessibile fissato alle estremità con perni ribattuti, rendevano questa montatura estremamente leggera ed elastica ma al contempo poco resistente. Le lenti si presentano particolarmente ossidate. In trasparenza sono visibili numerose micro bolle d’aria imprigionate nella massa vetrosa, tipiche della produzione più antica. E’ contenuto in astuccio coevo prodotto in cuoio bollito ed abbellito con rombi puntinati e rigature parallele longitudinali ottenute per pressione a caldo.
Germania, metà settecento. Particolare distintivo di questi due occhiali in rame è la costruzione della lente chiamata ”Facetten glaser” a causa della lavorazione ottica presente solo nella zona centrale. L’occhiale con la seta gialla sul naso risulta rarissimo in quanto montato con lenti neutre. Le lenti sono lievemente più scure ma non tali da proteggere dal sole e per questo l’occhiale era definito ”conservativo”. Il suo uso era indicato per la lettura onde evitare l’affaticamento causato dalla pagina bianca. Contenuti nel loro astuccio doppio, in pelle di razza.
Occhiale proveniente da area centro mediterranea, Siria o Candia, XVIII sec. Occhiale ad arco pieghevole in argento. I bracci dell’occhiale sono composti dalle code di due pesci, delfini o tritoni. Il perno di giunzione all’anello reggilente crea l’occhio dei pesci. E’ contenuto nell’astuccio originale in ottone con fascetta in argento e forma a banjo, inciso con figure arabesche rappresentanti uccelli, serpi e pesci fantasiosi, tipici delle miniature post-bizantine nelle decorazioni greche. Sul coperchio è posta un’iscrizione molto probabilmente successiva alla produzione dell’ oggetto: X MAMA DAM ASKENOS, 1816 la cui traduzione risulta essere Hadji: nobile e ricco, Mama: nome maschile, Damaskenos: proveniente da Damasco, cognome. Quasi certamente il nome del suo utilizzatore o al quale l’oggetto era stato regalato.
Giappone, fine 1800. Occhiale in legno, probabilmente per lavori a distanza ravvicinata considerando il potere di +4,00 dt. che necessitavano di protezione anche laterale vista la particolare struttura. Dotato anche questo di appendice distanziatrice per evitare che le lenti si appoggiassero alle ciglia.